MONUMENTI
Torre della porta
L'edificio venne costruito nel XVIII secolo con la soprelevazione di una struttura medievale che comprendeva una delle porte di accesso alla città, con l'aggiunta della torre campanaria e successivamente anche dell'orologio. La torretta terminale di supporto in ferro per le campane venne realizzata agli inizi del Novecento. Negli anni '60 venne effettuato un intervento al paramento di mattoni per cui adesso la struttura non mostra segni di degrado. La porta è interamente realizzata in mattone ed è orizzontalmente suddivisa in tre parti.
Il primo e il secondo settore sono divisi da un beccatello sporgente con caditoie; il secondo e il terzo da una cornice. É inquadrata sulla faccia esterna al borgo antico da un arco ogivale, su quella interna invece da un arco a tutto sesto, secondo uno stile molto ricorrente in tutta la regione. Nella parte centrale vi è un'apertura rettangolare verso l'esterno ed un vano con scala d'accesso verso l'interno, a ridosso della torre. Nella parte superiore vi sono invece aperture a tutto sesto, sormontate dall'attico con le campane.
Il primo e il secondo settore sono divisi da un beccatello sporgente con caditoie; il secondo e il terzo da una cornice. É inquadrata sulla faccia esterna al borgo antico da un arco ogivale, su quella interna invece da un arco a tutto sesto, secondo uno stile molto ricorrente in tutta la regione. Nella parte centrale vi è un'apertura rettangolare verso l'esterno ed un vano con scala d'accesso verso l'interno, a ridosso della torre. Nella parte superiore vi sono invece aperture a tutto sesto, sormontate dall'attico con le campane.
Torrione medioevale
Il Torrione faceva parte dell’antica cerchia muraria e attualmente viene utilizzato come abitazione; l’edificio risale al XIV secolo, periodo di costruzione della cerchia muraria. Nel corso del Settecento risulta interessato da un intervento di sopraelevazione ed inglobamento nelle nuove costruzioni ricavate lungo il circuito delle mura.
La torre partecipa oggi di un contesto ambientale molto degradato, segnato dalla presenza sulle sue murature di aperture incongrue che ne offendono l’immagine. Nella zona basamentale sono evidenti segni di usura dei mattoni, in più parti mancanti o erosi e sfaldati. Nella parte alta l’intonaco si è parzialmente distaccato. La zona basamentale è in mattoni a vista, con archi di scarico a sostegno dell’antico coronamento. Il corpo superiore, relativo alla sopraelevazione settecentesca, si presenta invece intonacato, con aperture intervallate da coppie di lesene rosse, a reggere un ampio cornicione modanato. Questo corpo è diviso da quello sottostante a mezzo di un balcone che cinge l’intero perimetro libero della torre.
La torre partecipa oggi di un contesto ambientale molto degradato, segnato dalla presenza sulle sue murature di aperture incongrue che ne offendono l’immagine. Nella zona basamentale sono evidenti segni di usura dei mattoni, in più parti mancanti o erosi e sfaldati. Nella parte alta l’intonaco si è parzialmente distaccato. La zona basamentale è in mattoni a vista, con archi di scarico a sostegno dell’antico coronamento. Il corpo superiore, relativo alla sopraelevazione settecentesca, si presenta invece intonacato, con aperture intervallate da coppie di lesene rosse, a reggere un ampio cornicione modanato. Questo corpo è diviso da quello sottostante a mezzo di un balcone che cinge l’intero perimetro libero della torre.
Palazzetto
Il primo impianto della fabbrica si fa risalire alla prima metà del XIX secolo. E’ probabile tuttavia che abbia subito modifiche e aggiunte successive legate a nuove esigenze abitative. I locali dell’edificio attualmente sono adibiti a residenza. Le condizioni dell’edificio si presentano nel complesso buone, mancando evidenti manifestazioni di degrado sia nelle strutture che nelle finiture. L’edificio esibisce una cortina di mattoni faccia vista sui tre livelli, separati tra loro da cornici marcapiano. Il piano terra presenta un motivo decorativo a bugnato. Quelli superiori hanno una tripartizione orizzontale realizzata con un ordine architettonico in mattoni variamente trattato in ordine alle forme e alla cromia. Sulla facciata principale il vano dell’ingresso, a tutto sesto, è inquadrato da due lesene sormontate dal balcone del piano nobile. Ai lati del portale si aprono due finestre rettangolari con mostra in mattoni gialli e rossi e cornice in pietra. I piani superiori hanno un’alta finestra lungo l’asse centrale affiancata da due aperture più piccole. Interessante è il motivo delle mostre policrome delle aperture, realizzate alternando mattoni di diverso colore e cornici in pietra, che al secondo piano poggiano su mensole, in pietra anch’esse. Il coronamento dell’edificio è ottenuto con una fascia in mattoni colorati conclusa da un alto cornicione aggettante.
Palazzo Mariani
La nascita dell’edificio si fa risalire al periodo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. E’ probabile tuttavia che non sia mai stato completato secondo il progetto originario. Risalgono al 1980 lavori di trasformazione che ne alterano l’articolazione interna e la logica compositiva dei prospetti.
I vani dell’edificio sono in gran parte disabitati e in abbandono anche se l’edificio è attualmente in fase di restauro. Le sue condizioni si presentano buone riguardo alle strutture. Segni di degrado sono sul paramento di mattoni e sulle chiusure verticali. Sul terzo livello gli infissi sono assenti, conferendo all’insieme un carattere di abbandono e incuria. I prospetti dell’edificio esibiscono cortine in mattoni faccia vista impaginate secondo principi di geometria e decoro molto raffinati. La facciata principale è suddivisa orizzontalmente in tre parti da cornici marcapiano e verticalmente in cinque campate da paraste bugnate sormontate da un ampio cornicione. Il piano terra è interamente bugnato e presenta un portale centrale a tutto sesto, affiancato, nelle campate laterali, da ampie finestre e due ingressi minori.
I due livelli superiori hanno alte finestre a tutto sesto, in asse con quelle sottostanti, caratterizzate dalla presenza di infissi orditi a simulare delle bifore. L’ apertura centrale e le due più esterne hanno balconi in corrispondenza degli ingressi al piano terra. Tutte le aperture dell’ultimo piano sono attualmente tompagnate.
Le facciate laterali ripropongono gli stessi motivi di quella principale, sebbene in proporzioni ridotte riguardo alla dimensione delle aperture.
Di grande interesse è la facciata posteriore, dove, sopra il piano terra, l’edificio subisce un arretramento nella parte centrale, prendendo una conformazione a C assunta a racchiudere un corpo scale cilindrico, forato da alte e strette finestre a tutto sesto, oggi in parte chiuse da tompagni in mattoni.
I vani dell’edificio sono in gran parte disabitati e in abbandono anche se l’edificio è attualmente in fase di restauro. Le sue condizioni si presentano buone riguardo alle strutture. Segni di degrado sono sul paramento di mattoni e sulle chiusure verticali. Sul terzo livello gli infissi sono assenti, conferendo all’insieme un carattere di abbandono e incuria. I prospetti dell’edificio esibiscono cortine in mattoni faccia vista impaginate secondo principi di geometria e decoro molto raffinati. La facciata principale è suddivisa orizzontalmente in tre parti da cornici marcapiano e verticalmente in cinque campate da paraste bugnate sormontate da un ampio cornicione. Il piano terra è interamente bugnato e presenta un portale centrale a tutto sesto, affiancato, nelle campate laterali, da ampie finestre e due ingressi minori.
I due livelli superiori hanno alte finestre a tutto sesto, in asse con quelle sottostanti, caratterizzate dalla presenza di infissi orditi a simulare delle bifore. L’ apertura centrale e le due più esterne hanno balconi in corrispondenza degli ingressi al piano terra. Tutte le aperture dell’ultimo piano sono attualmente tompagnate.
Le facciate laterali ripropongono gli stessi motivi di quella principale, sebbene in proporzioni ridotte riguardo alla dimensione delle aperture.
Di grande interesse è la facciata posteriore, dove, sopra il piano terra, l’edificio subisce un arretramento nella parte centrale, prendendo una conformazione a C assunta a racchiudere un corpo scale cilindrico, forato da alte e strette finestre a tutto sesto, oggi in parte chiuse da tompagni in mattoni.
Chiesa di S.Maria Assunta in cielo
Impianto a tre navate con terminazione rettilinea situata in pieno centro storico ed è regolarmente officiata.
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/ modifiche: secondo un’iscrizione andata perduta, la chiesa è una costruzione realizzata tra il 1807 e il 1841 sul sito di un’antica cappella. Risalgono al 1956 l’abbattimento delle due sagrestie sulle navate laterali e lavori di rifacimento del pavimento e degli altari.
Stato di conservazione: le pareti esterne, in mattoni, presentano consistenti segni di degrado superficiale dovute a dilavamento e umidità da risalita.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e alle tecniche costruttive: la facciata si presenta in mattoni scoperti dalla caduta della finitura superficiale di protezione consistente probabilmente in uno scialbo. La navata centrale emerge in facciata rispetto alle due laterali, con un corpo quadrangolare serrato agli angoli da robuste paraste e chiuso da una copertura a timpano che fa da contrappunto al profilo orizzontale delle ali, accentuato da un cornicione in mattoni sagomati. I diversi caratteri formale e costruttivi della parte superiore della facciata fanno pensare a tempi diversi nella costruzione della fabbrica. Il portale d’ingresso è sormontato da un timpano curvilineo, in mattoni, e affiancato da due finestre in asse con le navate laterali. L’unica parete laterale libera, quella di destra, presenta una coppia di pilastri addossati, aggiunti forse a rafforzare la fabbrica ed a sostenere il peso dei contrafforti superiori della navata centrale. Sopra di essi corre una cornice in mattoni che realizza lo sporto di gronda dell’intero prospetto. All’interno la separazione tra le navate è realizzata mediante archi a tutto sesto impostati su pilastri. La navata centrale è coperta da una volta a botte, quelle laterali da una successione di volte a vela. La decorazione è realizzata con cornici a stucco variamente colorate.
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/ modifiche: secondo un’iscrizione andata perduta, la chiesa è una costruzione realizzata tra il 1807 e il 1841 sul sito di un’antica cappella. Risalgono al 1956 l’abbattimento delle due sagrestie sulle navate laterali e lavori di rifacimento del pavimento e degli altari.
Stato di conservazione: le pareti esterne, in mattoni, presentano consistenti segni di degrado superficiale dovute a dilavamento e umidità da risalita.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e alle tecniche costruttive: la facciata si presenta in mattoni scoperti dalla caduta della finitura superficiale di protezione consistente probabilmente in uno scialbo. La navata centrale emerge in facciata rispetto alle due laterali, con un corpo quadrangolare serrato agli angoli da robuste paraste e chiuso da una copertura a timpano che fa da contrappunto al profilo orizzontale delle ali, accentuato da un cornicione in mattoni sagomati. I diversi caratteri formale e costruttivi della parte superiore della facciata fanno pensare a tempi diversi nella costruzione della fabbrica. Il portale d’ingresso è sormontato da un timpano curvilineo, in mattoni, e affiancato da due finestre in asse con le navate laterali. L’unica parete laterale libera, quella di destra, presenta una coppia di pilastri addossati, aggiunti forse a rafforzare la fabbrica ed a sostenere il peso dei contrafforti superiori della navata centrale. Sopra di essi corre una cornice in mattoni che realizza lo sporto di gronda dell’intero prospetto. All’interno la separazione tra le navate è realizzata mediante archi a tutto sesto impostati su pilastri. La navata centrale è coperta da una volta a botte, quelle laterali da una successione di volte a vela. La decorazione è realizzata con cornici a stucco variamente colorate.
Chiesa di San Canziano
Impianto ad unica navata situata in via S. Canziano. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa è stata adibita a stalla e deposito di materiale bellico; oggi è regolarmente officiata.
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/ modifiche:
la chiesa ha probabili origini medievali. Il portico anteriore risale ad un’aggiunta settecentesca. Alla fine del XVIII secolo risulta tra i possedimenti della Badia di S. Giovanni in Venere. Dopo la seconda guerra la fabbrica è oggetto di un grosso intervento di trasformazione e restauro realizzato mediante consolidamento delle fondazioni, demolizione degli archi e delle volte interne, abbassamento del muro perimetrale, abbattimento delle capriate in legno e rifacimento del solaio in cemento armato, degli intonaci e del pavimento.
Stato di conservazione: le condizioni della fabbrica sono buone tanto in ordine alle strutture che ai paramenti.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e tecniche costruttive:
la chiesa è rialzata rispetto al livello della strada e raggiungibile mediante una scala d’accesso in pietra. La facciata è a capanna con portico inquadrato da tre archi a tutto sesto di cui quello centrale è più ampio e più alto. Nella parte superiore si aprono tre finestre a tutto sesto in asse con i tre archi sottostanti. Il corpo del portico è intonacato di rosa, rispetto al resto della costruzione che invece è intonacato di bianco. L’interno non presenta alcun carattere di rilievo, riguardo all’apparato costruttivo e decorativo, senz’altro sconvolto dallo smantellamento sistematico realizzato nei restauri novecenteschi.
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/ modifiche:
la chiesa ha probabili origini medievali. Il portico anteriore risale ad un’aggiunta settecentesca. Alla fine del XVIII secolo risulta tra i possedimenti della Badia di S. Giovanni in Venere. Dopo la seconda guerra la fabbrica è oggetto di un grosso intervento di trasformazione e restauro realizzato mediante consolidamento delle fondazioni, demolizione degli archi e delle volte interne, abbassamento del muro perimetrale, abbattimento delle capriate in legno e rifacimento del solaio in cemento armato, degli intonaci e del pavimento.
Stato di conservazione: le condizioni della fabbrica sono buone tanto in ordine alle strutture che ai paramenti.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e tecniche costruttive:
la chiesa è rialzata rispetto al livello della strada e raggiungibile mediante una scala d’accesso in pietra. La facciata è a capanna con portico inquadrato da tre archi a tutto sesto di cui quello centrale è più ampio e più alto. Nella parte superiore si aprono tre finestre a tutto sesto in asse con i tre archi sottostanti. Il corpo del portico è intonacato di rosa, rispetto al resto della costruzione che invece è intonacato di bianco. L’interno non presenta alcun carattere di rilievo, riguardo all’apparato costruttivo e decorativo, senz’altro sconvolto dallo smantellamento sistematico realizzato nei restauri novecenteschi.
Chiesa di San Rocco
Chiesa a navata unica situata fuori dalle mura. Durante la II guerra la chiesa è stata adibita, come altre della città, a stalla e deposito di materiale bellico; oggi vi si svolgono regolarmente funzioni religiose.
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche:
la costruzione della chiesa viene riferita dalla storiografia locale alla prima metà del XVI secolo. Notizie di lavori alla fabbrica si hanno per la metà dell’Ottocento e attribuiti a esigenze di risanamento da umidità. Nel 1975 viene rifatto il solaio e vengono consolidate le fondazioni con impiego di cemento armato.
Stato di conservazione:
le strutture sono in buono stato. Sulle pareti esterne sono presenti fenomeni di umidità di risalita che hanno causato il parziale distacco degli intonaci nella parte basamentale.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e tecniche costruttive:
la facciata è coperta da intonaco e suddivisa verticalmente in tre parti da quattro lesene giganti, raccordate da un ampia modanatura e concluse da un timpano triangolare, con ovolo centrale. Le due lesene centrali inquadrano l’ingresso, molto semplice, coronato da un timpano triangolare. In asse con questo è una grande finestra, unica sull’intera facciata. A ridosso della facciata, sulla sinistra, è un piccolo campanile quadrangolare con terminazione vagamente orientaleggiante. L’interno rispecchia la semplicità esterna, con un unico altare e un ambiente, di fianco al presbiterio, coperto da volta a crociera, che un tempo fungeva da sagrestia e ala riservata agli uomini. Le finiture, interamente rimaneggiate, consistono in decorazioni a stucco di scarso rilievo.
Bibliografia:
G. NELLI , Notizie storiche di Paglieta, Paglieta 1990 (editrice Nuovo Mondo)
A. VOCINO, Paglieta tra cronaca e storia, Lanciano 1984
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche:
la costruzione della chiesa viene riferita dalla storiografia locale alla prima metà del XVI secolo. Notizie di lavori alla fabbrica si hanno per la metà dell’Ottocento e attribuiti a esigenze di risanamento da umidità. Nel 1975 viene rifatto il solaio e vengono consolidate le fondazioni con impiego di cemento armato.
Stato di conservazione:
le strutture sono in buono stato. Sulle pareti esterne sono presenti fenomeni di umidità di risalita che hanno causato il parziale distacco degli intonaci nella parte basamentale.
Descrizione dell’edificio con riferimento a forme, materiali e tecniche costruttive:
la facciata è coperta da intonaco e suddivisa verticalmente in tre parti da quattro lesene giganti, raccordate da un ampia modanatura e concluse da un timpano triangolare, con ovolo centrale. Le due lesene centrali inquadrano l’ingresso, molto semplice, coronato da un timpano triangolare. In asse con questo è una grande finestra, unica sull’intera facciata. A ridosso della facciata, sulla sinistra, è un piccolo campanile quadrangolare con terminazione vagamente orientaleggiante. L’interno rispecchia la semplicità esterna, con un unico altare e un ambiente, di fianco al presbiterio, coperto da volta a crociera, che un tempo fungeva da sagrestia e ala riservata agli uomini. Le finiture, interamente rimaneggiate, consistono in decorazioni a stucco di scarso rilievo.
Bibliografia:
G. NELLI , Notizie storiche di Paglieta, Paglieta 1990 (editrice Nuovo Mondo)
A. VOCINO, Paglieta tra cronaca e storia, Lanciano 1984