SS. Canzio, Canziano e Canzianilla.
La tradizione vuole fratelli, caddero sotto Diocleziano agli inizi del IV secolo e vennero sepolti "ad aquas Gradatas". Nella stessa località, corrispondente all'odierno S, Canzian d'Isonzo, venne scoperta recentemente la relativa basilica paleocristiana e la stessa tomba, con notevoli resti ossei di tre individui.
La venerazione dei martiri è attestata dal racconto di S. Massimo di Torino (sec. V), da una celebre cassetta reliquiario in argento conservata a Grado della fine del sec. V e dall'affermazione di Venanzio Fortunato (fine sec. VI): "Aquileiensium si forte accesseris urbem, Cantianos Domini nimium veneresis amicos".
In età altomedioevale esisteva in detta località un monastero in loro onore, dedicato a S. Maria. il culto dei martiri era già abticamente diffuso nell'Italia settentrionale (Lombardia), in Francia e in Germania.Per quanto riguarda il culto dei santi nella nostra piccola cittadina di Paglieta, benché la Chiesa costruita in onore dei santi, con protettori, rappresentino un monumento di indiscussa rilevanza, l'archivio parrocchiale che risale al 1600 circa, non porta notizia dell'inizia della costruzione della cappella ma di certo essa costruita prima di quella data.
Ciò premesso è da dire che riguarda il culto dei santi Canzi, introdotto a Paglieta ci si serve del racconto leggendario tramandato attraverso generazioni. Sono due versioni: la prima, una nave mercantile Veneta mentre navigava in Adriatico, incontrò una tempesta che mise a repentaglio la nave e la vita dei marinai. Questi sulla nave avevano un'immagine dei fratelli Canzi e fecero voto che, se fossero scampati alla morte, avrebbero fatto conoscere la potenza taumaturgica dei santi.
Il Signore avrebbe concessa la grazia per intercessione dei santi fratelli e questi marinai avrebbero sciolto il voto diffondendo il culto a Paglieta e dintorni dopo che erano giunti salvi arriva verso la foce del Sangro. La seconda storia, un mercante veneto capitato da queste parti, sarebbe incorso in una grave malattia e visti vani tutti i tentativi per superare il male avrebbe fatto ricorso all'intercessione dei santi Canzi i quali ottennero la sanità. Questo fatto avrebbe agevolato la conoscenza dei tre santi ed il mercante veneto si sarebbe adoperato, in segno di riconoscenza per far conoscere la vita e le opere loro.
Quale delle due versioni la vera? La domanda è difficile, se non impossibile, però l'attendibilità del secondo racconto meriterebbe ragioni più plausibili. Difatti, tenuto conto che Paglieta gravita e gravitava su Lanciano per molte ragioni, ed essa fin dal passato è stato un fiorente centro commerciale, già celebri al tempo dei romani i rapporti commerciali di Lanciano specialmente col Veneto, è verosimile che un mercante appunto di detta regione, capiti a Lanciano e si sposti nei suoi dintorni per affari ed in un suo viaggio abbia potuto avere una malattia lontano da casa.
Per quanto concerne le notizie sulla Chiesa dei tre santi tutto è riferibile a leggenda non si sa nulla. certa essa è antichissima costruita a più riprese, bonificata e abbellita nel tempo con delle lesene sulle quali vengono eretti, successivamente degli archi e delle volte. Il tutto però per difetto di costruzione fu in breve tempo pregiudicata la stabilità dell'edificio. A risanamento sono stati eseguiti lavori di consolidamento e restauro intorno agli anni '60 ed il complesso dopo gli ulteriori restauri recentissimi è tornato alla luce con il suo splendore.
La venerazione dei martiri è attestata dal racconto di S. Massimo di Torino (sec. V), da una celebre cassetta reliquiario in argento conservata a Grado della fine del sec. V e dall'affermazione di Venanzio Fortunato (fine sec. VI): "Aquileiensium si forte accesseris urbem, Cantianos Domini nimium veneresis amicos".
In età altomedioevale esisteva in detta località un monastero in loro onore, dedicato a S. Maria. il culto dei martiri era già abticamente diffuso nell'Italia settentrionale (Lombardia), in Francia e in Germania.Per quanto riguarda il culto dei santi nella nostra piccola cittadina di Paglieta, benché la Chiesa costruita in onore dei santi, con protettori, rappresentino un monumento di indiscussa rilevanza, l'archivio parrocchiale che risale al 1600 circa, non porta notizia dell'inizia della costruzione della cappella ma di certo essa costruita prima di quella data.
Ciò premesso è da dire che riguarda il culto dei santi Canzi, introdotto a Paglieta ci si serve del racconto leggendario tramandato attraverso generazioni. Sono due versioni: la prima, una nave mercantile Veneta mentre navigava in Adriatico, incontrò una tempesta che mise a repentaglio la nave e la vita dei marinai. Questi sulla nave avevano un'immagine dei fratelli Canzi e fecero voto che, se fossero scampati alla morte, avrebbero fatto conoscere la potenza taumaturgica dei santi.
Il Signore avrebbe concessa la grazia per intercessione dei santi fratelli e questi marinai avrebbero sciolto il voto diffondendo il culto a Paglieta e dintorni dopo che erano giunti salvi arriva verso la foce del Sangro. La seconda storia, un mercante veneto capitato da queste parti, sarebbe incorso in una grave malattia e visti vani tutti i tentativi per superare il male avrebbe fatto ricorso all'intercessione dei santi Canzi i quali ottennero la sanità. Questo fatto avrebbe agevolato la conoscenza dei tre santi ed il mercante veneto si sarebbe adoperato, in segno di riconoscenza per far conoscere la vita e le opere loro.
Quale delle due versioni la vera? La domanda è difficile, se non impossibile, però l'attendibilità del secondo racconto meriterebbe ragioni più plausibili. Difatti, tenuto conto che Paglieta gravita e gravitava su Lanciano per molte ragioni, ed essa fin dal passato è stato un fiorente centro commerciale, già celebri al tempo dei romani i rapporti commerciali di Lanciano specialmente col Veneto, è verosimile che un mercante appunto di detta regione, capiti a Lanciano e si sposti nei suoi dintorni per affari ed in un suo viaggio abbia potuto avere una malattia lontano da casa.
Per quanto concerne le notizie sulla Chiesa dei tre santi tutto è riferibile a leggenda non si sa nulla. certa essa è antichissima costruita a più riprese, bonificata e abbellita nel tempo con delle lesene sulle quali vengono eretti, successivamente degli archi e delle volte. Il tutto però per difetto di costruzione fu in breve tempo pregiudicata la stabilità dell'edificio. A risanamento sono stati eseguiti lavori di consolidamento e restauro intorno agli anni '60 ed il complesso dopo gli ulteriori restauri recentissimi è tornato alla luce con il suo splendore.