Paglieta, amarcord e ciclismo.
PAGLIETA, 08 maggio 2005
E’ dall’ottobre 1947, quando le ferite della guerra erano ancora aperte, che Paglieta coltiva la passione del ciclismo. Merito di un gruppo di entusiasti capitanato da Pasquale Nelli, Mario Di Lallo e Nicolino Di Lallo che allieta i dopo-corsa con la sua “pasta a mano”.
Il ciclismo a Paglieta è passione pura, prima ancora che le due ruote venissero riscoperte in chiave ecologica. In questo paesino che domina la Val di Sangro il ciclismo è una fede che ti porta a compiere scelte al limite della legalità. Come accadde a Pasquale Nelli per la prima venuta da queste parti della Tirreno-Adriatico. Era necessaria una campana per segnalare ai ciclisti l’ultimo giro del circuito dominato da una tribuna costruita nel 1968. Forse è l’unico paese al mondo che ha eretto una gradinata per contenere la passione dei tifosi.
La campana della cappella del cimitero scandì i giri con la evidente apprensione del custode del cimitero sulla sorte della campana dopo l’arrivo dei protagonisti della corsa di Franco Mealli, che non poterono sfuggire all’abbraccio dei tifosi.
E’ solo un esempio della passione degli abitanti di Paglieta coinvolti in toto per ogni appuntamento di ciclismo che stasera avrà un testimonial d’eccezione strettamente legato al paese: Vito Taccone. Il Camoscio d’Abruzzo oggi festeggia 65 anni e sarà accolto alla grande in una piazza dove ha colto l’ultima vittoria da professionista nel 1968.
Era la settimana successiva alla splendida vittoria di Vittorio Adorni nella prova mondiale sul circuito di Imola, dove Taccone per il gioco di squadra si era dovuto accontentare della quarta piazza. «Non era ancora finita la corsa», ricorda Pasquale Nelli, «che Mealli ci telefonò annunciandoci che per il primo circuito di Paglieta per professionisti poteva portare Adorni ormai sicuro iridato visto il grande vantaggio ma erano necessari 600mila lire e la conferma entro la mezzanotte di quella domenica. Riuscimmo a farci dare anche una quarantina di mila lire dal prete, notoriamente un pigro e amante della tranquillità specie dopo cena. Abbiamo dato in tempo la conferma e Vito si impose allo sprint su Adorni e Motta».
Il momento topico di oltre 50 anni di passione è stata la visita di Marco Pantani nel ’98 al suo fans club. Gli portò fortuna: quell’anno vinse Giro e Tour. Un legame che restò strettissimo fino a quando il Pirata non precipitò nel buco nero che l’ha inghiottito un anno fa.
Paolo Smoglica
E’ dall’ottobre 1947, quando le ferite della guerra erano ancora aperte, che Paglieta coltiva la passione del ciclismo. Merito di un gruppo di entusiasti capitanato da Pasquale Nelli, Mario Di Lallo e Nicolino Di Lallo che allieta i dopo-corsa con la sua “pasta a mano”.
Il ciclismo a Paglieta è passione pura, prima ancora che le due ruote venissero riscoperte in chiave ecologica. In questo paesino che domina la Val di Sangro il ciclismo è una fede che ti porta a compiere scelte al limite della legalità. Come accadde a Pasquale Nelli per la prima venuta da queste parti della Tirreno-Adriatico. Era necessaria una campana per segnalare ai ciclisti l’ultimo giro del circuito dominato da una tribuna costruita nel 1968. Forse è l’unico paese al mondo che ha eretto una gradinata per contenere la passione dei tifosi.
La campana della cappella del cimitero scandì i giri con la evidente apprensione del custode del cimitero sulla sorte della campana dopo l’arrivo dei protagonisti della corsa di Franco Mealli, che non poterono sfuggire all’abbraccio dei tifosi.
E’ solo un esempio della passione degli abitanti di Paglieta coinvolti in toto per ogni appuntamento di ciclismo che stasera avrà un testimonial d’eccezione strettamente legato al paese: Vito Taccone. Il Camoscio d’Abruzzo oggi festeggia 65 anni e sarà accolto alla grande in una piazza dove ha colto l’ultima vittoria da professionista nel 1968.
Era la settimana successiva alla splendida vittoria di Vittorio Adorni nella prova mondiale sul circuito di Imola, dove Taccone per il gioco di squadra si era dovuto accontentare della quarta piazza. «Non era ancora finita la corsa», ricorda Pasquale Nelli, «che Mealli ci telefonò annunciandoci che per il primo circuito di Paglieta per professionisti poteva portare Adorni ormai sicuro iridato visto il grande vantaggio ma erano necessari 600mila lire e la conferma entro la mezzanotte di quella domenica. Riuscimmo a farci dare anche una quarantina di mila lire dal prete, notoriamente un pigro e amante della tranquillità specie dopo cena. Abbiamo dato in tempo la conferma e Vito si impose allo sprint su Adorni e Motta».
Il momento topico di oltre 50 anni di passione è stata la visita di Marco Pantani nel ’98 al suo fans club. Gli portò fortuna: quell’anno vinse Giro e Tour. Un legame che restò strettissimo fino a quando il Pirata non precipitò nel buco nero che l’ha inghiottito un anno fa.
Paolo Smoglica